Non sono solito parlate in questo blog di sport, anzi: non sono solito parlare di sport in generale. Ma se c'è uno sport che davvero mi appassiona, che seguo regolarmente, questo è il tennis. E nel tennis professionista ho sempre ammirato, per tenacia, per grinta, per quel terribile carattere che si ritrova (in campo), Andy Murray.
Non è una bugia dire che senza di lui avrei seguito pochissimo tennis degli ultimi anni, una sua partita davvero non me la perdevo: era capace di trasmettere quella forza agonistica che altri campioni, magari anche più forti di lui, non mi sapevano passare.
È stato l'unico in grado di poter mettere un freno all'ascesa di quei tre mostri che ancora stanno alla vetta della classifica mondiale; li ha sconfitti, li ha sorpassati, ha incrinato il loro potere egemonico. È stato l'unico a farlo con costanza e nell'arco di tutta la carriera, tranne ovviamente questi ultimi due anni che non ha praticamente più giocato.
Oggi ha annunciato che si ritirerà dal tennis, e ci sta: un po' ce lo aspettavamo dopo questi ultimi mesi, dopo averlo visto in campo zoppicare tra un punto e l'altro.
Ma continua ad essere un dispiacere per chi scrive, perché la prima partita intera di tennis che ho visto è stato un suo match a Wimbledon ormai qualche anno fa, è con lui che il tennis è diventato per me uno sport visibile fino all'ultimo minuto, non solo highlight da youtube.
Poteva capitare con altri, poteva capitarmi quel giorno una partita di un altro giocatore, ma forse a quel punto il mio interesse avrebbe preso un'altra piega. Chissà. Non importa.
Dal mio piccolo lo ringrazio, mi ha fatto scoprire un mondo nuovo.
Due link per finire, il primo è forse il più bell'articolo italiano su Murray (Andy di Dunblane che sfidò gli dei), il secondo il video dell'annuncio del suo ritiro (Andy Murray foreshadows retirement).
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